PERCHÈ HO SCRITTO QUESTO LIBRO
È iniziato tutto da una parola: NetBus. Come molti di voi, ero totalmente all’oscuro dei pericoli legati all’uso di Internet. Finché, un giorno, un’amica con cui chattavo ha nominato questo trojan. E ho scoperto che esisteva un mondo, immenso, in cui non mi ero mai addentrata: quello della pirateria (e della sicurezza) informatica. Da quel momento, ho iniziato a studiare tutto ciò che trovavo sull’argomento e a fare esperimenti, anche a costo di prendere virus… E, man mano che le mie pagine di appunti aumentavano, e la mia passione per la sicurezza in Rete cresceva, ho pensato: perché non raccogliere le conoscenze acquisite in un manuale, utile per tutti?
DI CHE PARLA
Qualcuno ha detto che l’unico computer sicuro è un computer spento! Vi siete mai chiesti cosa può avvenire, a nostra insaputa, nel momento in cui lo accendiamo e iniziamo a usarlo, soprattutto in Rete? In questo manuale, scoprirete tutti i rischi connessi all’uso del computer, i modi per individuarli, gli strumenti per difendervi. Imparerete a distinguere tra hacker, cracker e lamer; a riconoscere le insidie che arrivano per posta elettronica e i tipi di file attaccabili da codici maligni; a scoprire chi si nasconde dietro un indirizzo IP; a scrivere la sintassi di un tracert o di un ping. Ma anche a osservare le porte aperte su un pc, a interpretare le intestazioni di un messaggio di posta elettronica, a denunciare lo spamming, a difendere le password. Sicurezza informatica a 360° affronta infatti, attraverso una struttura a domande e risposte completata da dettagliate schede tecniche, le centinaia di questioni di sicurezza informatica che si sono aperte dagli inizi di Internet ad oggi. Sì, perché, se questo manuale può considerarsi una sorta di ‘storia’ della cybersecurity (e della pirateria), in quanto dedicato ai primi decenni di Internet e del World Wide Web, ancor oggi ogni appassionato di informatica potrà usarlo come punto di riferimento per immergersi in un mondo straordinario nel quale tutto è possibile.
È IN PREPARAZIONE UNA NUOVA EDIZIONE. RESTA CONNESSO!
I PARERI DEI LETTORI
«Un ottimo testo che affronta gli argomenti della sicurezza informatica ad ampio spettro.» | Antonio Falzoni, Product Marketing Manager di Panda Security Italia
L’ESTRATTO
HACKERS E CRACKERS
Che differenza c’è tra un hacker e un cracker?
In principio, anche Bill Gates e Steve Jobs (i fondatori della Microsoft e della Apple) erano hacker.
A differenza di quanto comunemente si crede, infatti, hacker non è sinonimo di pirata informatico: chi usa le sue conoscenze tecnologiche per carpire informazioni e danneggiare strutture, pubbliche e private, è infatti definito, con un termine inventato dagli hacker nel 1985, un cracker, in quanto cracka (incrina, colpisce, decifra) un sistema. Il cracker, con infinita pazienza, si applica a progettare ‘programmi-danno’, effettua azioni di ‘mail-bombing’ (sommergere di posta un utente), sparge virus che paralizzano i sistemi di tutto il mondo, come I Love You, Nimda o Sircam. Il cracker, a seconda del limite a cui si spinge, può diventare o no un pericoloso criminale internazionale; con le sue azioni comunque getta discredito sulla comunità hacker, che lo ritiene un brutale danneggiatore con poca esperienza. Una variante del cracker è il phreaker (o phone phreaker), che si dedica ai sistemi di telefonia fissa e cellulare, alle smart cards, alle tecnologie satellitari, allo scopo di ottenere gratuitamente servizi normalmente a pagamento.
L’hacker, invece, almeno nelle intenzioni, è colui che usa le sue cognizioni informatiche per scopo di ricerca e conoscenza, senza danneggiare i sistemi: definito sul dizionario “scassinatore di codici computerizzati” (dal verbo inglese to hack, che significa “cercare un difetto in un programma”), in realtà se penetra un sistema lo fa per capire come funziona e verificarne le vulnerabilità; se diffonde un’applicazione dagli effetti indesiderati lo fa per dimostrare quanto sia diventata potente la tecnologia. L’hacker vorrebbe essere considerato un benefattore dell’umanità, perché crede che la conoscenza tecnica sia di tutti e contribuisce a diffonderla. Per questo spesso gli hacker (e a dire il vero anche i cracker, a volte dopo il loro arresto) sono ingaggiati dalle aziende più importanti come esperti di sicurezza informatica.